05/08/08

Ad ottobre il nuovo album di Rose Kemp su One Little Indian



Il nuovo album di Rose Kemp “Unholy Majesty” è il successore di “Hand Full Of Hurricanes” che nel 2007 aveva colto di sorpresa più di un attento scrutatore delle vicende cantautorali britanniche. In particolare la voce di Rose, un piccolo uragano all’interno di una bottiglia di vetro, sembrava aver spezzato più di un cuore. Il suo ritorno è stato prodotto e mixato da Chris Sheldon (Foo Fighters/Amplifier/Biffy Clyro.)

Figlia d’arte – i suoi genitori Maddy Pryor e Rick Kemp erano tra i membri fondatori dei pionieristici Steeleye Span, uno dei gruppi fondamentali della scena folk rock inglese – Rose è riuscita a coniugare la passione per gli arrangiamenti acustici - ereditata in giovane età – con influenze di tutt’altra marca, fossero prog, gothic o addirittura heavy. La cosa che forse sconvolge più di tutte è la presenza di un’anima quasi doom-rock in “Unholy Majesty”, Rose del resto non ha mai fatto segreto di una recondita passione per le sonorità più aspre, tanto che i nomi di Black Sabbath e Melvins sembrano accompagnare prepotentemente la stesura dei primi pezzi del disco. Anche il drone-metal di Earth ed Om è un’altra viscerale influenza.

Parallelamente a quest’anima quasi marziale c’è un lato più docile che ricongiunge il percorso di Rose a quello degli stimati genitori. Un respiro folk, antico, soave. Corde pizzicate ed una voce che sussurra, dopo l’urlo quasi primordiale delle prime battute. E’ un lavoro all’insegna della varietà, del rischio. E forse l’autentico collante è rappresentato da quegli episodi in odor di rock progressivo, dove il gusto per i synth analogici e le atmosfere psichedeliche funziona da punto di raccordo tra le melodie ancestrali ed i ritorni in salsa heavy.

Originaria di Bristol, Rose è figlia della locale scena, e facendo propri gli ‘ordinamenti’ del do it yourself è riuscita ad emergere prepotentemente nella mappatura dei grandi luoghi di aggregazione britannici, mettendosi all’opera in progetti laterali particolarmente entusiasmanti ed aprendo dal vivo per istituzioni alternative d’oltremanica come Oceansize e Amplifier.

Un disco che senza ombra di dubbio vi sconvolgerà, recidendo una vola per tutte le corde con quella che comunemente è intesa tradizione pop al femminile. Rose ha tirato fuori gli artigli, ed è pronta a mostrarli fieramente.

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