23/09/08

Everything That Happens Will Happen Today

DAVID BYRNE & BRIAN ENO


Sono trascorsi qualcosa come 30 anni dalla storica collaborazione tra Brian Eno e David Byrne a titolo ‘My Life In The Bush Of Ghosts’. Un disco che apriva prepotentemente alle contaminazioni con la musica etnica, utilizzando un linguaggio ritmico per i tempi decisamente all’avanguardia. Lo scenario era una metropolitana New York, multiforme come da copione: persa tra le pieghe della borghesia illuminata ed il cosiddetto street knowledge. Proprio la ristampa di quel capolavoro riconosciuto – con nuovo packaging, mixaggio inedito e la possibilità di interagire con uno stuolo di fans grazie ad un democratico scambio di file – ha consentito ai due musicisti di recuperare confidenza con l’argomento e fissare i punti per una nuova joint venture. Nata – come per incanto – di fronte ad una tavola imbandita. Proprio in quell’occasione Brian Eno sostiene di aver accumulato un quantitativo interessante di musica, senza alcuna canzone propriamente intesa. Byrne si presta dunque come volontario, mantenendo una prospettiva autonoma, curando solo ed esclusivamente le parti vocali e le liriche. Secondo le parole dello stesso Eno la lavorazione del disco è stata prossima a quella di un gospel ‘elettronico’, dove la voce assume un ruolo primario, centrale. Una musica che con naturalezza deve essere invitante ed offrire una prospettiva ‘interna’ all’ascoltatore. C’è appunto un senso di quiete cha avvolge l’intero album, la frenesia urbana e l’incesto ritmico rimangono ai margini delle composizioni, quello che emerge è un sentimento più bucolico, quasi una musica ‘ecologista’ che sembra sposare la profonda cognizione ambient di Eno e lo spirito pop terzomondista di Byrne. Che del resto ci tiene a ribadire come il disco sia radicato in tradizioni secolari quali folk, country e gospel. Pur rispecchiando la fama di ricercatori che da sempre ha caratterizzato la coppia, Everything That Happens Will Happen Today vuole cimentarsi in maniera compiuta con la forma canzone, una sfida dunque più emotiva che tecnica nelle parole di Byrne: scrivere brani semplici ed accorati senza cedere ad alcun luogo comune. I risultati, nella maggior parte dei casi, sono positivi e speranzosi, nonostante alcuni testi descrivano delle vere e proprie sciagure. Ma quello che si evince dalla collaborazione è l’unione di due menti sopraffine, che mai avrebbero raggiunto tali vette lavorando individualmente. Un ritorno che accende i cuori.

Il disco uscirà il 10 Novembre

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