16/09/08

Voglio crederci



Probabilmente avrete realizzato che i marziani sono atterrati sul nostro pianeta. Nulla di sconvolgente, vi invitiamo peraltro a non chiamare gli agenti Scully e Mulder, ultimamente non sembrano troppo avvezzi alle storie che circolano attorno al rock’n’roll. Zach Hill, batterista degli Hella, fa proprio parte di quella compagine aliena che si è insidiata sul pianeta terra. Vive ed opera in California, ma è stato un giramondo sin dalla più tenera età. Il rock matematico e le adrenaliniche frammentazioni del gruppo madre hanno fatto da scenario ad una nuova epopea in rock. Il suo primo atteso album solista "Astrological Straits" è un viaggio sulle montagne russe, energia ed eclettismo sono le parole d’ordine, il circo s’imbarca in un viaggio verso la luna. E il bambino-prodigio Zach conduce il carro multicolore, un prestigiatore, un domatore di leoni, può prestarsi a qualsiasi ruolo, tanto è avvezzo ai cambi di strategia negli instabili confini della musica rumorosa. Non contento di aver frequentato Chino Moreno dei Deftones (ultimamente si è immolato dietro ai tamburi per i Team Sleep, progetto collaterale del vocalist), il produttore Chris Goss (con l’ex Masters Of Reality forma infatti il power trio Goon Moon, dove ritroviamo anche l’ex-Marylin Manson e A Perfect Circle Twiggy Ramirez) ed una miriade di altri fenomeni underground (con Rob Crow dei Pinback nel progetto Holy Smokes, e con Mick Barr degli Ocrilim, solo per citarne alcuni), Zach mette ora mano alla sua cosa. In grande stile, per carità, chè uno come lui non farebbe mai un passo da solo, nonostante abbia talento da vendere. Provate ad immaginare cosa ne viene fuori…lo stesso Mike Patton deve aver strabuzzato gli occhi, quando al quartier generale della Ipecac è arrivato cotanto materiale. Un disco pienamente immolato al demone del ritmo, "Astrological Straits" prende tanto dal post-punk quanto dal cosiddetto hip hop evoluto, toccando possibili scenari art-metal, heavy funk ed elettronici. Una successione emozionante, dove mai viene perso il filo, e questa è una notizia che fa sensazione. Dice di ispirarsi ai combo aperti di Frank Zappa e Miles Davis, Zach, e secondo questa logica allestisce tante micro formazioni all’interno del disco, proprio per saziare la sua incurabile smania creativa. La squadra prevede un numero eccezionale di fuoriclasse ed ottimi praticanti: Les Claypool (Primus), Chino Moreno (Deftones), i due No Age Randy Randall e Dean Spunt, Tyler Pope (!!!/LCD Soundsystem), Marco Benevento (virtuoso pianista di orientamento jazz), Zac Nelson (Prints), Marnie Stern (la fenomenale chitarrista californiana con due album all'attivo per Kill Rock Stars), Jonathon Hicshke (The Flying Luttenbachers) ed i recenti commilitioni negli Hella Carson McWhirter e Josh Hill. Le prime donne non si pestano i piedi stavolta, si lavora ad un comune obiettivo. Rendere l’album in solo di Zach Hill un tributo alla più carnascialesca rock music. Uno scavezzacollo dal nobile stile.

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