01/10/08

Total Sonic Annihilation



Chissà quante volte vi siete imbattutti in quei cantieri che con estrema prontezza segnalano l'obbligo di indossare cuffie durante lavori dal forte impatto ambientale. Lo stesso avviso dovrebbe campeggiare in bella evidenza al di fuori dei club o delle sale concerti che ospitano con una certa regolarità gli americani A Place To Bury Stangers. Un trio di stanza a Brooklyn, New York, che si raccoglie attorno alle personalità in qualche misura turbate di Oliver Ackermann (chitarra, voce), Jono Mofo (basso) e Jay Space (batteria). Hanno fatto urlare al miracolo più di un giornalista specializzato, hanno messo in pre-allarme i distretti di polizia prossimi alla loro sala prove, hanno avuto la pretesa di affrontare con piglio americano e sensazionalistico tutto ciò che è materia di studio inglese. Fosse lo shoegaze, fosse certo gothic, fosse il mancuniano Factory Sound. Ma la novità è nell'approccio sprezzante, nei toni quasi epici della loro – inscenata – battaglia. Ormai celebri per i loro live sanguinolenti – è il pubblico a rimetterci le penne, tanto che una campagna contro l'inquinamento sonoro li vedrebbe tesimonial ad hoc – i nostri si sono guadaganti una reputazione tale da insidiare band ben più affermate nel caleidoscopio mediatico odierno. Non osiamo immaginare cosa possa restare degli MGMT dopo il recente slot che li vede affiancati in alcune date inglesi. L'intenzione di A Place To Bury Strangers è quella di annichilire l'ascoltatore, un assalto per nulla impietosito ai padiglioni auricolari, con la fermezza di offrire un contributo notevole alla storia del rock chitarristico. E siamo a buon punto. La pubblicazione per il mercato europeo – ad opera di una rediviva Rocket Girl – del loro omonimo album di debutto sta già mandando in fibrillazione tutti gli addetti ai lavori. Dalle parti dell'NME già si sfregano le mani per aver trovato la gallina dalle uova d'oro (per nulla casuale il loro inserimento nella top ten delle band esibitesi al South by Southwest), in un istante la più rumorosa band di New York diviene l'oggetto del desiderio in quel di Londra. Con l'aggiunta di ben 5 bonus tracks il loro esordio europeo è un bulldozer carico di anfetamine, un animale a briglie sciolte pronto a colpire con feroce determinazione. Suoni che vi investiranno, un cono rumoroso che svetta sulle intuizioni di grandi del recente passato come Jesus & Mary Chain, My Bloody Valentine e Loop. Una delizia per chi ha seguito le più perverse evoluzioni della wave britannica. Hanno passaporto americano i tre, ma i loro immaginario è figlio dell'epopea albionica. Solo un piccolo dettaglio, i loro volumi sono davvero assassini! Eccovi servita un altra benevola onda d'urto per questo 2008.


“… a mountainous guitar squall that has the crowd’s jaws on the floor slabs … everyone’s found their new favourite band.”
NME

“…They are quite brilliant…Watching another band after this is simply inconceivable…”
KERRANG!

“…Beneath those noisy opuses lurk killer melodies…in London a brilliant new group was discovered.”
ARTROCKER

“…The mark of true genius… I hate to swear in reviews but Fuuuuuuuukkkkkkgghell. YES.”
THE FLY

“…tinnitus-inducing noise-pop against a tension-wracked Joy Division meets Ministry backdrop…they can pull beauty out of eardrum-puncturing bleakness.”
PITCHFORK

“…Best discoveries? [at SXSW]…A Place to bury Strangers…who meld together the Jesus and Mary Chain and New Order to explosive and thrilling effect.” SUNDAY TIMES CULTURE

“…bringing doom to a new generation.”
DAZED & CONFUSED

“…Let them play one more song before we shut the place down. This band is sick.”
NYPD Officer

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