12/01/09

Leadfinger



Stewart "Leadfinger" Cunningham suona rock'n'roll da oltre vent'anni, nella terra dei canguri si inchina a questa passione primordiale già dal 1985, frequentando nel corso degli anni alcune delle stelle del firmamento underground australiano. Tutto questo implica un discreto numero di album nonchè una miriade di esibizioni dal vivo. Brother Brick, The Proton Energy Pills, Asteroid B-612, Yes Men e Challenger-7 sono solo alcuni dei nomi cui il nostro ha prestato la sua arte. Con la sigla di Leadfinger, Stewart affronta un nuovo capitolo nella sua esaltante carriera, giocando per certi versi la carta solista. Come nella tradizione di altri musicisti celebri della sua terra, Cunningham vanta origini scozzesi (essendo nato a Glasgow) proprio come alcuni membri degli AC/DC, degli Easybeats e dei Men at Work. Si trasferisce a Sydney alla tenera età di 3 anni, forse aveva intuito tutte le potenzialità della scena locale, la sua è la scelta di un devoto, per natura. Ispirato da leggende locali quali Radio Birdman e The Celibate Rifles - come dagli antesignani del Detroit sound Stooges, MC5 e Sonic's Rendezvous Band - Stewart scopre in seguito anche le canzoni finemente scritte da Bob Dylan e dagli eroi degli eighties Replacements. La sua musica mette dunque insieme il meglio della selvaggia eredità australe, svelando anche inedite soluzioni pop, un ibrido che conquisterà gli operatori del settore indipendente di mezzo mondo, siano essi europei od americani, riprova ne sia la folta discografia con uscite per Dog Meat, Au-Go-Go, White Jazz, Estrus e Bang!.
Con "Rich Kids" il nostro continua a rovistare negli annali del rock'n'roll, senza con questo risultare un bieco imitatore. L'energia è quella dei tempi migliori, il titolo del disco un tributo ai grandi rockers del passato. Se ai vostri musicisti rock preferiti chiedete canzoni oneste, scosse da quell'energia primordiale, non guardate oltre: per questo scorcio di stagione avete già un ottimo indizio. Ora che il garage e proto-punk hanno finalmente raccolto i favori della critica più snob, è tempo di tornare ad indossare le luride vesti dell'originario rock australiano.

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