05/02/09

The Sweet Vandals - Lovelite


50% James Brownian funk,50% Motownesque soul and 100% analogic!

Quando il gruppo spagnolo The Sweet Vandals è partito in missione – siamo in missione per Dio, lo dicevano gli stessi Jake & Elwood nei Blues Brothers – qualcosa come 10 anni fa dalla natia Madrid, nessuno poteva immaginare quale tipo di connessione poteva crearsi tra Parigi, Dusseldorf e la stessa Madrid (numerose le etnie presenti nel gruppo). Nè – tanto meno – nessuno avrebbe scommesso i propri averi sulla prepotente rinascita del soul, come movimento culturale e musicale.
Lovelite è il secondo album della band, naturalmente cresciuta a vista d’occhio, capace di mettere ancora più fuoco una spontanea miscela fatta di soul, crudo funk e profondi grooves, enfatizzando quelli che sono stati i cambiamenti sostanziali nei circuiti della black music, circoscritti alla scena europea degli ultimi 10 anni.
La voce caratteristica ed ispirata di Mayka Edjole, provvede a rendere questo crossover stilistico ancor più eclatante, caratterizzando in fondo le scelte del gruppo con la sua vocalità che attinge a piene mani dalla tradizione gospel.
E’ chiaro che una band non può unicamente sorreggersi sul talento del singolo, gli Sweet Vandals sono un ensemble a tutti gli effetti con le proprie personalità. Santiago Vallejo – altrimenti detto Diamond è protagonista di memorabili riff all’organo Hammond, il basso funky di Santi ‚Sweetfingers’ unitamente alla batteria di Javier ‚Skunk’ Gomez ed alla chitarra del veterano José ‚Angel’ Herranz, completano la formazione.
Uno dei segreti della loro musica risiede nelle tecniche di registrazione volutamente vintage, il gruppo infatti punta tutto sull’analogico, per ottenere un suono caldo, incontaminato, capace proprio di ricreare lo spirito delle storiche incisioni di casa Motown, o Stax, giusto per attingere a nobili referenti. La cura è nella scelta degli strumenti d’epoca e dei microfoni, alla ricerca di un feeling autentico che possa attraversare tutte le epoche della soul music.
L’escalation di Sweet Vandals si è chiaramente consumata dal vivo, proprio perchè sul palcoscenico il gruppo tira fuori gli artigli, ci sarà anche una ragione per cui i nostri hanno varcato le frontiere messicane ed africane, approdando in altre indiscutibili mecche del ritmo. Poi l’apprezzamento da parte di tutti i dj internazionali: la musica di Sweet Vandals si sposa così naturalmente col dancefloor da fare la fortuna tanto dei selecters che dei più avvezzi ballerini.
Fossero nati in America avrebbero già siglato un accordo con Daptone Records, ne siamo più che certi...

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