04/08/09

Navvy



I tipi di Angular hanno l’occhio lungo, figurandosi sempre un personale hype con nevralgico anticipo sui tempi, hanno fatto di numerose sensazioni pop autentiche star da Top of the Pops. E l’istinto, unito alla proverbiale capacità nello scouting, non sembrano abbandonare l’etichetta inglese, la cui nuova scommessa si chiama Navvy. Spesso gli annunci sono appesi fuori ai negozi di dischi o come usava un tempo alla high school, i 4 ragazzi di Sheffield invece si sono conosciuti in una lavanderia, ideale luogo complementare alla vita da single. Non è la prima esperienza musicale dei quattro, che da giovanissimi avevano esordito con misconosciute formazioni locali come Texas Pete, Theory e Wisconsin Death Trip. Le fonti di ispirazione per questo spiritato indie-power pop sono molteplici e non si parla esclusivamente di musica, ma anche di vita di tutti giorni. L’idea del gruppo venne a Keith – il maggiore songwriter della band – che volle porre l’accento su uno stile a tratti ‘mondano’. Ci sono chitarre squisitamente punk, come potevano esserle quelle dei Buzzcocks a inizio carriera, e ci sono chiari elementi della stagione d’oro del brit-pop. L’attitudine rigorosamente sopra le righe dei Fall di Mark E. Smith, l’estro rudimentale degli Swell Maps, i Wire altezza secondo album e ancora tante libere citazioni di gruppi prevalentemente al femminile come Essential Logic, Kleenex, Raincoats e Slits. Non ci si annoia di certo ad ascoltare queste frizzanti invettive sul modern world (per dirla con Paul Weller), sono 13 brani, tutti potenziali hit-singles alternativi. Il disco si chiama "Idyll Intangibile "e con una certa veemenza arriverà ad occupare la vostra playlist autunnale.

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