28/10/09

Uragano Cope

Quando anche il più severo fra i suoi detrattori è pronto a sventolare bandiera bianca, è lui stesso a coglierci di sorpresa con una serie di esibizioni soliste – sono state due le date italiane – in cui ha sì rivisitato il suo repertorio, ma unicamente armato di chitarra acustica, elettrica e – salturiamente – pianoforte. Archiviata questa esperienza – tutti i presenti ne hanno parlato in termini entusiastici – il nostro è sempre più indaffarato con una release schedule che non gli consente di tirare il fiato. Se anche la sua vecchia label Island si affretta a ripubblicare in versione doppia il capolavoro Peggy Suicide, ci sarà pure un motivo? Omaggiato dal prestigioso mensile The Wire con un copertina ed un relativo articolo monografico, Julian ci ricorda che il suo ultimo album, coi Black Sheep, Kiss My Sweet Apocalypse – pubblicato dalla Invada di Geoff Barrow dei Portishead - è ancora lì a testimoniare di quanto il druido abbia ampio controllo sul suo profilo artistico. La musica psichedelica è ancora oggi il suo pane quotidiano, il punto di partenza per nuove esagitate avventure. Un pozzo di scienza Cope, che dopo i libri monografici sul kraut rock ed il corrispettivo nipponico, è assurto al ruolo di incontestabile critico di settore. Kiss My Sweet Apocalypse è anche uno dei sui lavori di più spiccato orientamento politico, in cui l’omaggio diretto è a Che Guevara ed Ulrike Mainhof. Sonorità al solito evocatrici , tra strappi hard rock e pindarici voli psycho-prog, con annesse acide ballate decantate con fare propiziatorio.

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