19/02/10

Joshia Wolf - Jetlag (Anticon)

Inizia con un morbido tappeto di vibrafono il debutto solista di Josiah Wolf, che di un ipotetico Jetlag non sembra proprio risentire (nonostante l’attività live faccia in qualche misura parte della sua quotidianità). The Trailer And The Truck che apre per l’appunto l’esordio su Anticon rimanda alle rifrazioni minimaliste di un maestro come Steve Reich e – di ripiego –ai Tortoise dei primi due album, che facevano dialogare lo strumento in una futurista impostazione post-rock. L’attività principe di Josiah Wolf è quella di batterista per Why?, svincolato a tempo determinato da quel progetto il nostro ci invia un bel telegramma, sottolineando che oltre al musicista da studio eccelle nel ruolo di scrittore ed arrangiatore. Perché Jetlag è tutta farina del suo sacco. E che numeri…Certo non si lascia mancare nulla, dalle chitarra alla kalimba, dai cosiddetti campanacci che servono da abbellimento ritmico all’organo Hammond, oltre ad una sezione ritmica con basso e batteria a segnare i contorni dell’opera. One man band che si prodiga nell’universo del pop d’avanguardia, con risultati spesso sorprendenti, perché aldilà delle sensazioni forti verso la new music (ed in generale i compositori newyorkesi dei tari ’70) Mr.Wolf si impone per una vena pop diremmo d’avanguardia. Perché i sixties revisionati di Jetlag lasciano più che altro pensare al Van Dyke Parks in cabina di regia con Joanna Newsom, al collettivo Elephant 6 od al Jim O’ Rourke di Eureka. Ma anche al Dennis Wilson di Pacific Ocean Blue. Una bella sorpresa insomma, un musicista che non si accontenta e pur facendo tutto da sé eccelle in un campo visibilmente inflazionato. Applausi.

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