17/12/10

The Dirtboms "Party Store" (In The Red)

Doveva accadere prima o poi. La personale smania di Mick Collins per il sound techno di Detroit ha ora un nome: Party Store. Un disco del tutto particolare quello con cui si ripresentano sul mercato i Dirtbombs, un lavoro che fa il paio con quell’Ultraglide in Black che a suo modo omaggiava la black music in maniera inusuale, spingendo spesso e volentieri il piede sull’acceleratore. Dopo la sbornia funk soul di quel disco capitale, la sua band rivisita in chiave analogica la musica elettronica di Detroit degli anni ’80, un sound che causò un’autentica rivoluzione culturale, non solo nei meandri della cultura nera. Sembra un trapasso prepotente dall’era garage dei Gories ai giorni nostri; errato, Mick ha sempre coltivato questa passione ed ora è tempo di rivisitare alcuni classici della scena attraverso la lente deformante dei Dirtbombs. E quando parliamo di classici, facciamo riferimento ad autentici riempi pista: dall’electro di Sharevari siglata da A Number of Names (rilanciata non più di 10 anni fa dal dj/produttore Trevor Jackson/Playgroup) ad Alleys of Your Mind, dance robotica firmata dai Cybotron di Juan Atkins, passando per il firmamento house di Strings of Life - Derrick May – e quella meraviglia soul post-moderna che corrispondeva a Good Life (Kevin Saunderson con il progetto Inner City). Con una precisione impressionante, che spesso lascia presagire l’influenza del kraut rock, i Dirtbombs rivisitano quello che è stato il futuro della musica nera, sovrapponendo agli originali sequencers e drum machine chitarre affilate e scolpite ritmiche umane. In Bug in the Bass Bin – originariamente ad appannaggio della Innerzone Orchestra – ritroviamo lo stesso Carl Craig alla programmazione dei synth, in uno squarcio spazio-temporale che supera abbondantemente la soglia dei 20 minuti, algido motorik rock che impressiona per la sua consistenza. Mai una ri-contestualizzazione è suonata più appropriata, e Party Store rischia seriamente di essere uno dei dischi da battere del 2011.

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