29/03/11

Ponytail, una nuova strabiliante band dalla feconda scena di Baltimora


Sembrano degli insetti scoppiettanti – parafrasando la corsa più pazza del mondo – questi Ponytail, domicilio a Baltimore, nel Maryland. Per We Are Free – l’etichetta responsabile del lancio di Yeasayer – un titolo manifesto come "Do Whatever You Want All The Time", che sottolinea in maniera inequivocabile la loro attitudine anarcoide. Partiamo dai dettagli, che spesso non sono poca cosa: la copertina del disco è disegnata da Yamatsuka Eye dei Boredoms, più che un indizio. Al centro di quella scena locale così versatile - che vanta tra i nomi di punta Beach House, Dan Deacon e Future Islands - i Ponytail non sono certo da meno, concentrando nella loro musica spezie orientali, duttile scrittura post-punk, alternative-country e stralci r&b. Cajun rock e trip-hop in salsa nipponica - il reperto medico dice qualcosa a mezza via tra il freak sound di David Peel ed una pasticciata cartolina dalle Buffalo Daughter - escoriazioni math-rock, noise-pop tascabile ed un’attitudine che si dipana tra il serio ed il faceto. Questo e molto altro nel ritorno in scena della band, seguita passo passo da un ingegnere del suono paziente come Jay Robbins (Government Issue, Jawbox, Burning Airlines), che da buon veterano trova la misura più congeniale a questo puzzle fracassone. Sette brani che mai si adagiano al formato radiofonico, potendo svariare in lungo e largo su dinamiche accidentali e poco ortodosse. Sembra non esserci sosta, come sei i loro meccanismi oliati ad arte potessero generare la musica più fantasiosa d’oltreoceano. Idee rigogliose in una fuga per la vittoria, che premia la gioia di essere artisti off, fino in fondo.

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