23/05/11

Persian psych-rock e la nuova ristampa della Now Again dedicata a Kourosh Yaghmaei

Nei primi anni ’70 un numero consistente di artisti iraniani si è ricavato uno spazio importante non solo nell’economia locale, ma anche in quell’universo occidentale spesso osteggiato dalle istituzioni nazionali. Dalla diva per antonomasia Googoosh al suo sassofonista e direttore musicale Erik, passando per i rare-grooves dipinti dal fenomenale sitar virato funk di Abbas Mehrpouya e l’angelico tenore Pourain. Una cultura musicale stratificata, confortata dall’utilizzo di strumenti indigeni incrociati alle chitarre elettriche e ad una concezione musicale che andava per la maggiore sulla costa ovest degli Stati Uniti.
Ecco cosa troviamo alla base di questo lussureggiante edificio noto come Middle Eastern pop. Manco a dirlo Kourosh Yaghmaei ne è stato uno dei più sofisticati rappresentanti. Proseguendo in una ricerca che pone al centro le musiche dei paesi asiatici, arabi ed africani – fuori però dal concetto snob e mercificato di world – Egon allestisce un antologico da urlo su questo cantante chitarrista, che infiammerà l’Iran alla vigilia della rivoluzione komeinista. Back From The Brink è infatti un doppio lavoro che mette in fila musiche risalenti al periodo 1973-79, sonorità in bilico tra pop autoctono e rock acido. Non a caso Kourosh è considerato il padrino del rock persiano. Assieme al fratello Kamran – altro chitarrista non meno brillante, il duo ha creato uno stile per certi versi affine a quello dell’Hendrix del Bosforo Erkin Koray. Ma le loro canzoni, improntate sulle tecniche di meditazione come sulla profonda solitudine dell’animo umano sono farina del loro sacco.
Recuperando anche innumerevoli singoli rimasti nel cassetto per via delle disposizioni della monarchia locale, Now Again va a colmare un vuoto pneumatico di oltre 5 anni per rendere finalmente giustizia ad una coppia di autori capace di esportare la sensibilità arabica nelle strutture più lisergiche del rock anglo-americano.

Scarica un brano dalla raccolta di Kourosh Yaghmaei intitolato “Hajme Khali.”

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