09/08/11

La nuova via al black metal americano


Potete chiamarlo black-metal ecologista, se proprio apprezzate i risvolti di un’etichetta
così originale, detto ciò non potete certo negare ai Wolves In The Throne Room una completa immersione non solo negli scenari naturalisti, ma anche una militanza nelle lotte a sostegno di un ecosistema ‘incontaminato’. L’idea di fondare il gruppo fu proprio del chitarrista/cantante Nathan Weaver, illuminato proprio al termine di un meeting dell’associazione Earth First! Due anni più tardi, nella primavera del 2004, assieme al fratello batterista Aaron prende vita la prima incarnazione dei lupi, all’interno di una vecchia fattoria ai confini di Olympia, stato di Washington.

Sempre al centro di una visione più articolata rispetto all’unidimensionalità ed alle consuetudini di certo metal, la band conserva tutte le credenziali delle anarco-punk band britanniche (nello stile di vita non è difficile scorgere parallelismi coi Crass) formulando un assalto sonoro fedele alla scena black nord-europea, pur introducendo elementi esoterici ed una propensione strumentale che tenesse conto del più apocalittico hardcore.

Celestial Lineage chiude una trilogia inaugurata con Two Hunters. Il disco è stato scritto e registrato nel corso dei primi 6 mesi del 2011. in cabina di regia Randall Dunn (Earth, Boris, SUNN 0))), Bjork/Omar Souleyman), da sempre a fianco della band. Un disco che prevede un arricchimento formale con ben 3 brani cantati dalla vocalist Jessika Kenney, che infonde un tono liturgico alle composizioni stesse. L’altro cameo pesante è quello di Aaron Turner (ISIS) con una forma poetica assai sinistra.

Continua anche la ricerca estetica della band che si è rivolta ai servigi del fotografo Ali Scarpulla, responsabile di alcuni ritratti mozzafiato delle montagne attorno al quartier generale di Olympia, nel rispetto delle ortodosse tecniche analogiche care al gruppo

Sempre avversi alle regole commerciali i Wolves si imbarcheranno presto in un tour internazionale, con il loro impianto al seguito, pur di evitare la classica trafila del circuito club. Anche questa una scelta che esula dalle consuete dinamiche di gruppi del loro rango.

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