19/12/11

Il delitto pop perfetto, da Sunderland


Sul senso ultimo di indie-pop i Field Music (nome d’arte dietro al quale si celano i fratelli Peter e David Brewis da Sunderland, Inghilterra) hanno costruito un’intera carriera, mettendo a segno con il nuovo Plumb – pubblicato da Memphis Industries – la stoccata vincente. Lavorando al pari di una piccola orchestra i due utilizzano lo studio di registrazione a proprio piacimento, lanciandosi in questo quarto album nella costruzione di anthem spaziali, che sembrano divorare decenni di musiche d’autore dalla costa ovest degli Stati Uniti a Liverpool, passando per le stazioni FM rock americane più patinate. Ce n’è voluto di tempo per mettere insieme questa opera, nei suoi minimi particolari si scopre il gusto per arrangiamenti sofisticati, una scrittura di quelle raffinate che non lasciano spazio ad alcuna indecisione strategica.

Registrato nel corso del 2011 presso il loro multifunzionale studio sulle rive del Wear a Sunderland, il disco si compone di 15 canzoni, succinte nella durata, a rispettare quel formato radiofonico che per anni è stato cruccio di tutte le imprese discografiche che si rispettino. In appena 35 minuti si raccoglie una filosofia di vita, tanto che le canzoni di Field Music assumono spesso i toni del diario giornaliero, con titoli come paragrafi speciali. ‘Start The Day Right’. ‘ A New Town’, ‘Who’ll Pay The Bills?’, ‘Ce Soir’, come a sfogliare pagine di un registro personale. Si torna all’essenzialità ed alla quotidianità della musica pop, con pagine quotidiane che ben si amalgamano a composizioni di grandissima presa.

Perfezionisti, possiamo fotografarli in questi termini inediti. I Brewis appartengono a quella stessa lega di fenomeni contemporanei come Eels o Beta Band. Ma le origini di questo suono sono forse da scorgersi nei passi post-pubertà dei fab-four, negli oceani infiniti dei Beach Boys e nel mare magnum dell’Electric Light Orchestra. Mai il classicismo è parso così moderno.

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