29/03/13

Penny ci accompagna nel mondo delle libraries





Sonorizzazioni, musica descrittiva, musica per commenti sonori o - in inglese - library o production music. Ovvero librerie di musica realizzata appositamente per essere sincronizzate con immagini televisive, per fare da sottofondo o intermezzo alle parole della radio e talvolta persino per sonorizzare qualche b-movie dal budget inesistente.

La library music però non è solo una sorella minore delle colonne sonore per il cinema, ma un (non) genere con una sua dimensione propria, i suoi musicisti di riferimento e la sua epoca d’oro. L’Italia in particolare è stata nella seconda metà del secolo scorso uno dei paesi europei leader (assieme all’Inghilterra e alla Francia) fra i produttori di dischi per sonorizzazioni, una tradizione musicale ed editoriale che continua anche oggi ma che ha avuto negli anni ’60 e ’70 il suo picco creativo ed imprenditoriale.
 
Un pugno di editori musicali quasi tutti di base a Roma nel quartiere Prati (dove c'erano e ci sono ancora gli uffici della RAI, a Viale Mazzini) in quegli anni ha pubblicato attraverso una miriade di etichette dai nomi strambi e dalla vita breve migliaia di album, dato lavoro e possibilità espressive a centinaia di musicisti e creato un patrimonio sonoro la cui importanza artistica ha sorpassato di gran lunga la sua funzione originale di musica “di servizio”.


Penny Records è così orgogliosa di introdurre 3 nuove pubblicazioni in una linea apposita di ristampe. Un trittico che attinge al favoloso catalogo dell’editore Flipper.



Società Malata (Sick Society) del 1975 è una straordinaria collezione di tracce sperimentali, ambient ed elettroniche, che funziona come una riflessione uditiva sulle debolezze umane ed il decadimento dell’universo occidentale. Commercialmente disponibile per la prima volta, l’album è stato recuperate dagli archivi della Flipper Music, uno degli editori di libraries più importanti in Italia e casa di etichette di culto come Octopus, Deneb, Canopo e Flower.





Pubblicato originariamente nel 1970 l’unico album accreditato ad Alessandro Alessandroni ed al gruppo vocale I Cantori Moderni, riceve oggi un trattamento di lusso e raggiunge finalmente gli scaffali di tutti i negozi specializzati. Un coro variabile dagli 8 ai 16  elementi, che metteva in fila figure a loro modo imponenti come Edda Dell’Orso (che ricordiamo anche per le numerose collaborazioni con Morricone), Giulia De Mutiis (la moglie dello stesso Alessandroni), Gianna Spagnuolo, Augusto Giardino e Franco Cosacchi. I 12 temi originali composti da Alessandroni mettono in luce le complesse armonie vocali del leggendario ensemble, che a titolo diverso ha collaborato a colonne sonore accreditate ad Ennio Morricone, Piero Umiliani e a numerosi altri compositori italiani del ventennio 60/70.







Il sassofonista e flautista siciliano Nino Rapicavoli è da considerarsi tra i più originali – e forse meno conosciuti – compositori dell’ epopea cinematografica italiana dei ‘70. Un musicista con un solido retroterra jazz, Rapicavoli è stato anche membro dell’orchestra ‘statale’ della RAI TV. Autore di una manciata di libraries a suo nome, il nostro ha sempre regalato lodevoli esempi di qualità, raggiungendo il suo apice creativo proprio in questo Divagazioni (Ramblings), un esuberante mix di jazz, easy listening e varianti prog che si distingue proprio per il gusto eccentrico italiano tipico di quella lunga e fatata stagione.




















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