27/05/13

Daniele Sepe - In Vino Veritas





I tempi della benzina stentano a tornare, quelli dello champagne per chi è capitano di industria o amministratore delegato di banca abbondano. In questi tempi duri, però, noi non ci facciamo mancare il nostro Aglianico o il nostro Barbera. E’ dai tempi che l'uomo ha cominciato a coltivare che il vino, o i suoi parenti, accompagnano le nostre storie. Dalla ciclopica coppa offerta da Ulisse a Polifemo ai bicchieri all'arsenico che si offrivano ai nemici poco accorti. Accompagna la colazione del muratore o del contadino, la festa campagnola e la riunione di collettivo, per non parlare della sua presenza dove si fa musica.

"In Vino Veritas" attraversa le più diverse condizioni in cui l'uomo comune si confronta con il bisogno primario più essenziale, alimentarsi e bere. Dalla mensa operaia della Fiat in "tempi moderni", mensa spostata a fine turno dalla direzione per evitare quel momento di aggregazione, di scambio, di confronto che è il mangiare insieme. La mensa era più pericolosa di una riunione sindacale.

Dallo scontro tra un immalinconito salutista e un inguaribile etilista in "brinnese", dove ovviamente il veghian-vegetarian-bevitore di acqua parla italiano e l'etilista risponde in dialetto.Dalle canzoni tradizionali che trattano di alcol come "Ouzo", "Drunk Man Song", "Black And Brown" quelle della tradizione d'autore napoletana, "Nu Poco 'E Sentimento", le canzoni e le serenate che si accompagnano alla notte, dove il vino è presenza essenziale. "In Vino Veritas" è vino senza solfiti, non filtrato, con molto residuo, un album nato sulle tovaglie a quadri di trattorie, lontano da sommelier e gourmet, da Sassicaie e simili.

Le voci di Floriana Cangiano, Enzo Gragnaniello, il rapper Paolo Romano "shaone", il romeno Florin Barbu, il bluesman Mario Insenga, napoletano di New Orleans, e tanti altri avvinazzati comprimari ci rendono meno pesante l'atmosfera da acqua minerale di questi anni. Per riprendersi il vino e le rose.

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