02/09/13

Da una costola di Black Mountain: Grim Tower!




Sembra instancabile Stephen McBean, che aldilà degli imponenti Black Mountain e dei più docili Pink Mountaintops, non conosce soste.  Non da meno Imaad Wasif che ha prestato servizio nel gruppo culto Lowercase (due album memorabili su Amphetamine Reptile, tra psichedelia e rumorismo), passando rapidamente dai Folk Implosion e spalleggiando la starlette Karen O in congedo solista. Accanto ai due songwriter la sezione ritmica composta da Rob Barbato e Dan Allaire, parte integrante del gruppo drone di Los Angeles Darker My Love.

Anarchic Breezes’ è molto più della somma esatta delle sue parti, è un lavoro che trascende i confine della neo-psichedelia e dell’alternative-country, riservando anche notevoli sorprese in staffilate hard per nulla casuali. Il tappeto genetico dei due protagonisti concede passi di questo genere, tirando dentro le migliori filosofie del rock alternativo degli ultimo 20 anni. C’è ardore e pacatezza, idee eccelse e sintetiche, come jam distillate che sottintendono un rapporto esclusivo con la musica dei padri, soprattutto quelli dei ’70. Una musica che sconfina spesso tra la polvere del deserto, celebrando il sempre ansiogeno mito della periferia americana. Prodotto dallo stesso  McBean con la complicità di Rob Campanella dei Quarter After e mixato da Mark Nevers a Nashville (un luogo che fornisce ulteriori sospetti) il disco non rinuncia mai ad una implicita spazialità. Che fa poi rima con solennità, tale è l’aplomb epico di buona parte delle composizioni. McBean e Wasif intrecciano il loro canto, un lento ed inesorabile vociare che rivede le consuetudini ed i rituali dei nativi americani.

Disco dalle atmosfere ovattate, ricco comunque di episodi magniloquenti, in cui le chitarre sfrecciano e simulano i migliori simulacri dell’acid rock.




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