30/09/13

Russian Circles, heavy instrumentalist




Trionfale rientro in scena per il power trio di Chicago che con la sua musica ha definitivamente debellato ogni confine stilistico tra metal e post-rock. Per chi li ha visti dal vivo sa esattamente di cosa parliamo, tanto che  un paio d’anni or sono nel tour europeo con i vecchi compagni d’etichetta Boris, fecero una figura assolutamente brillante. 

I Russian Circles non necessitano certo di testi o liriche ad effetto, la loro musica si sviluppa sul campo di lunghi e mastodontici strumentali, che oltre a privilegiare l’impatto frontale riescono a regalare una costruzione armonica davvero superlativa. Sono proprio questi intrecci ad aver reso indimenticabili non solo i loro live, ma anche le tanto attese performance da studio. Un equilibrio di volumi e geometrie stilistiche, che nel  quinto album in uscita a fine ottobre risultano addirittura invincibili. ‘Memorial’ esce per la californiana Sargent House ed è stato registrato presso lo studio/istituzione locale Electric Audio di Steve Albini.

Per il bassista Brian Cook si tratta di un disco diretto, intenso e molto heavy, pur gravitando attorno all’idea di un suono più oscuro e a tratti comunque sobrio. L’immediatezza è una componente, ma non è così determinante come in passato. In questo senso l’aver diviso il palco con Chelsea Wolfe, di cui tutti siamo grandi ammiratori, ci ha portato a sviluppare un altro senso estetico.  Seguendo un diktat caro alle migliori formazioni di rock progressivo, l’album si inaugura con un brano che verrà poi  ripreso in maniera più compiuta sul finale. ‘Memoriam’ all’inizio e ‘Memorial’ (che prevede proprio un cameo della dark lady per eccellenza Chelsea Wolfe) in chiusura, sigillano così i confini di un disco che a livello concettuale vuole avvicinarsi ai Pink Floyd di ‘Animal’.





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